martedì 18 ottobre 2016

UN GELATO PER SAVIANO








“Io sono nato e cresciuto a Palermo e a Palermo c’è la mafia
e se la mafia non si è completamente impossessata della città,
se comunque abbiamo avuto un barlume di civiltà e di speranza,
è grazie ad un gruppo di persone che si è opposto.
Lo sapete perché queste persone mi mettono in crisi?
Perché non erano dei santi, erano fatti di carne e ossa, esattamente come me,
avevano dei pregi e sicuramente dei difetti, esattamente come me.
Io spesso incontro gente che è sotto scorta,
perché è nel mirino della mafia e può capitare che queste persone siano egocentriche, paranoiche, noiose, vanitose, fissate col sesso, testarde, ritardatarie, egoiste, presuntuose, ingrate, stronze, insomma può capitare che abbiano tutti o qualcuno dei difetti che posso avere io ed è questo che mi mette in crisi,
che sono esattamente come me, che quello che hanno fatto loro potrei farlo anche io.
Quanto farebbe bene alla mia coscienza se fossero dei santi del paradiso?
Ma nonostante siano come me, loro sono quelli che fanno il lavoro sporco, al posto mio.
Pensare che una persona in prima fila nel combattere la mafia debba necessariamente avere anche il carattere di San Francesco forse è da ingenui.
Se un giornalista scrive di mafia io non mi chiedo perché scriva di mafia,
non mi chiedo se così abbia avuto più successo con le ragazze,
non mi chiedo se così si sia arricchito,
io mi chiedo se quello che scrive sia vero,
mi chiedo se quello che scrive dia fastidio alla mafia,
mi chiedo se, leggendolo, la mia conoscenza e la mia coscienza siano migliorate;
io mi sono rotto i coglioni di aspettare che una persona venga ammazzata per rivalutarla;
sarò ingenuo, ma ho visto troppa gente a casa mia disprezzata in vita
e apprezzata in morte e così, ingenuamente,
sosterrò tutti coloro che credono che la Mafia, la Camorra, la ‘Ndrangheta,
la Sacra Corona Unita e la Stidda,
debbano essere non tollerate, ma sconfitte e, per fare questo,
mettono in gioco la loro vita.
E li ascolterò anche se eventualmente saranno egocentriche, paranoiche, noiose, vanitose, fissate col sesso, testarde, ritardatarie, egoiste, presuntuose, ingrate, stronze.
Lo vedete questo? È un cono gelato, cioccolato, crema e panna.
Il popolo italiano protegge Roberto Saviano con una scorta affinché possa scrivere quello che vuole e andarsi a prendere un gelato quando vuole e come vuole;
e ogniqualvolta in cui Roberto rinuncia a mangiarsi un cono come questo
sarà una sconfitta per noi e una vittoria per la Camorra,
a meno che non si prenda il gelato al gusto “lilla”;
allora lì sarebbe una sconfitta per tutti,
perché il gelato al gusto lilla è, notoriamente, una minchiata di gelato.”

(PifIl Testimone, Stagione 5 – Ep. 13).

Dieci anni sono tanti, sono un'enormità, nessuno Stato può rubare ad un suo cittadino che fa il suo dovere denunciando un crimine diffuso tutta questa vita, dall'età di 26 anni è sotto scorta, non può vedere i suoi familiari, non può vedere amici o conoscenti, non può ricevere nessuno, non può andare dove gli pare senza prima averlo concordato, non può prendere liberamente un gelato o una pizza come chiunque di noi.
Dieci anni vuol dire che uno Stato convive sia con la giusta e doverosa protezione di Saviano, sia col potere che lo minaccia e lo tiene sotto scacco, forse questo Stato ne è parte integrante, forse semplicemente è troppo debole per batterlo definitivamente ... in ogni caso io vorrei che Saviano fosse finalmente libero di andare dove gli pare e di fare ciò che più gli piace.

11 commenti:

  1. e che quelli che lo minacciano, e minacciano la nostra società civile, siano assicurati alle patrie galere.

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  2. Ci vorrebbero tanti Saviano, centinaia di Saviano, migliaia di Saviano... forse allora lo Stato sarebbe costretto a liberarci da mafie, camorre, e via di seguito...
    Ma non tutti siamo Saviano. Purtoppo.
    (Ho visto anch'io la trasmissione ieri sera. Spero l'abbiano vista in tanti.)

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  3. Io sono una forza del Passato.
    Solo nella tradizione è il mio amore.
    Vengo dai ruderi, dalle chiese,
    dalle pale d'altare, dai borghi
    abbandonati sugli Appennini o le Prealpi,
    dove sono vissuti i fratelli.
    Giro per la Tuscolana come un pazzo,
    per l'Appia come un cane senza padrone.
    O guardo i crepuscoli, le mattine
    su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo,
    come i primi atti della Dopostoria,
    cui io assisto, per privilegio d'anagrafe,
    dall'orlo estremo di qualche età
    sepolta. Mostruoso è chi è nato
    dalle viscere di una donna morta.
    E io, feto adulto, mi aggiro
    più moderno di ogni moderno
    a cercare fratelli che non sono più
    (Da Poesia in forma di rosa)
    Essere una forza del Passato significa percepire la parte più vitale della nostra Memoria, sede dei nostri Ricordi e dei nostri Conflitti. Non aver capito il proprio Passato significa riviverlo, ma vivere il Passato in forma lapidea significa togliere ad esso la parte vitale. La parola Forza esprime un concetto presente di dinamismo non necessariamente legato al movimento, quindi io non mi identifico nel Passato e non provengo dal passato, piuttosto vivo al presente sollecitato da forze multiformi. Io non mi identifico nel Passato, ma rivedo i suoi riti e i suoi cicli umani, gesti ripetuti nelle epoche che raccolgono i sentimenti di generazioni, e sento che il mio amore di oggi ha radici profonde in quel Passato.
    Vengo direttamente dai ruderi dei casolari abbandonati o distrutti dalle bombe, dalle chiese che costellano ogni nostra regione, dalle pale d'altare che pure ho studiato, analizzato, ammirato, dai borghi degli Appennini o dalle Prealpi, in cui la vita muore lasciandovi niente altro che pochi abitanti che si aggirano come fantasmi. Là sono vissuti i nostri fratelli, quelli che coltivavano il grano e aravano i campi secondo le fasi della luna, tra una carestia, una guerra o un padrone prepotente. Quello è il nostro Passato.
    E mi ritrovo oggi, sulla via Tuscolana, quell'antica via che da Porta San Giovanni portava a Tusculum, la moderna Frascati. Ma in quale punto della Tuscolana giro come un pazzo? Che paesaggio è quello che ho attorno? Vedo case moderne, palazzoni fitti come alveari, tutti uguali ed io che giro con un cane randagio per l'Appia. Perchè devi sapere che la via Tuscolana per un certo tratto corre quasi parallela alla via Appia Nuova, sono strade vicine che comunicano. Io ora vivo qui, questi sono i nuovi paesaggi della nuova era, mi guardo intorno smarrito, sempre stupito e con in gola un nodo che non si scioglie.
    Eppure guardo i tramonti e le mattine su Roma, perché chi non ha mai osservato un crepuscolo o un'alba romana almeno una volta, provato sulla pelle il calore di quei raggi solari così luminosi e potenti, è ben difficile che riesca a capire ciò di cui sto parlando. Assisto alle albe e ai tramonti da Roma, dalla Ciociaria e poi sul resto del mondo, al margine di una civiltà sepolta il primo agitarsi di una nuova era primitiva. Il tutto per il solo privilegio anagrafico di esservi piovuto, niente di speciale.
    All'improvviso realizzo che io sono frutto di questo Passato ormai morto e mi percepisco come un essere mostruoso, al pari di chi è nato dal cadavere di una donna morta. Sono piovuto su questa terra senza possibilità di governare il mio destino, inconsapevole e fragile come un feto, ma vecchio di mille e mille secoli, mi aggiro saldato alla nostra epoca, inesorabilmente legato al nostro tempo, a cercare i fratelli che non sono più. Il perché di questa ricerca è motivato dall'esigenza di non perdere le nostre radici, per far sì che questo Dopostoria perda la sua anonimità, il solo modo per trovare nuovi linguaggi e nuove identità. Pier Paolo Pasolini

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  4. @ Berica,
    quelli che lo minacciano sono già assicurati alle patrie galere, solo che continuano a comandare, tanto è vero che sono riusciti a minacciarlo anche attraverso i loro avvocati in un pubblico processo; accortisi del fatto la legge italiana ha rinviato a giudizio gli avvocati e i loro clienti e ha deciso di condannare solo uno degli avvocati … siamo alla farsa della giustizia.
    Il problema non sono solo i cosiddetti “casalesi”: Nicola e Carmine Schiavone, Antonio Iovine, Michele Zagaria & Co., il vero problema è che l’attuale presidente della regione Campania ha dichiarato che Saviano si è inventato tutto, e governa con i voti della camorra e di Sorrentino, il vero problema è che per l’attuale presidente del consiglio questo non è un problema, anzi ha stretto la mano a Vincenzo de Luca, il problema è che neppure il presidente della repubblica (perdonami se scrivo tutti questi titoli in minuscolo, ma chi li occupa non merita il maiuscolo) non ha nulla da eccepire.
    La verità è che le regioni del sud sono completamente sotto il dominio delle associazioni mafiose, le quali con i proventi della droga, degli appalti, e di altre attività fra il lecito e l’illecito possono comprare chiunque e qualsiasi cosa, e quelle del nord sono potentemente sotto scacco visto che molti affari si sono spostati non solo nel resto d’Italia, ma anche all’estero, corrompendo, infiltrando e soggiogando ogni autorità costituita … la mafia sta diventando legale in ogni luogo.
    E Saviano è ancora in vita perché gli affari non vogliono clamore, è troppo famoso e troppo esposto per toccarlo, credo che la vita che conduce sia già una punizione sufficiente!!! E' per questo che bisogna battersi, perché Saviano possa tornare a mangiare un gelato a Napoli, a Casal di Principe, a Casapesenna o dovunque lo voglia!

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  5. @ Cri,
    ho conosciuto persone che non avevano niente di eroico opporsi alla mafia e vincere, è una lotta impari, una sorta di David e Golia, o meglio Don Chisciotte contro i mulini a vento, ma c sono persone che la portano avanti da anni e hanno assestato colpi non indifferenti alle varie organizzazioni.
    La mafia, qualunque essa sia, si soffoca soprattutto nelle sue stesse spire, l'uomo è nato per essere libero, non per essere asservito a un potere, e ovunque c'è mafia tenterà di liberarsi.
    ... e poi, in fondo, detto fra noi, se conoscessimo questi cosiddetti mafiosi, li valuteremmo molto meno di quanto non ce li fanno valutare le informazioni che ci giungono, i film ce ci fanno, la retorica che vi si spende ... ho visto mafiosi cacciati via a calci in culo!
    Non è difficile trovare il Saviano che c'è in noi ... e non c'è bisogno di Saviano, o di Falcone, o di Borsellino per sconfiggere la mafia, basta rinnegare la mafiosità che è in ciascuno di noi ogni qualvolta pensiamo che il bene personale sia superiore al bene della collettività: non c'è vero benessere se non è diffuso, e ogni qualvolta per raggiungere i nostri scopi usiamo delle scorciatoie, fra i quali anche la forza o il potere.

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  6. @ Giamba.
    nonostante il tuo scritto non c'entri un cazzo col mio post, non lo cancello come di consueto, come ogni volta che lasci qui da me la pubblicità per il tuo blog, solo per il fatto che non ho il coraggio di cancellare Pasolini.

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    1. Comaddì: "Tu nme fai schifo ma te lascio pe' Pasolini !"
      Comaddì: "Mò questo lo emargino così pe' fasse accetta' se adegua!"

      Povero piccolo ameno Garbo..
      Che tratta Giamba come un taliano medio.

      P.S. Segue commento esplicativo..

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  7. Caro Giamba,
    questo è il mio blog, qui comando io, e sono io l’unico a decidere cosa cancello e cosa non cancello e non devo dare spiegazioni a nessuno, se non ti sta bene la porta di uscita è la stessa da cui sei entrato.
    P.S. Il tuo commento esplicativo è stato ghigliottinato per lo stesso motivo per cui cancello anche gli altri: la mamma di Pif, ad esempio, non c’entra un pif-fero con quello che ho scritto, dunque è spam e tu sei, con un elegante eufemismo, un troll, o più volgarmente un rompicoglioni e io non ho alcuna intenzione di ospitare i tuoi monologhi deliranti, le pubblicità del tuo blog e le tue prediche unilaterali.
    Quindi puoi tranquillamente toglierti di dosso quel vittimismo che ti fa sentire un genio incompreso, o ti fa assumere quell’aria quasi titanica da perseguitato perché tutti ti vorremmo cambiare, far adeguare o omologare (che vuoi che me ne possa fregare di te quando neanche ti conosco), perché sei l’unico uomo libero, il solo che possiede la verità … e via delirando.

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    1. E qui comando io e questa è casa mia
      ogni dì voglio sapere chi viene e chi va..

      SINDROME OSSESSIVA DI CONTROLLO.

      Un classico negli esemplari della specie Homo Sapiens Sapiens
      in cui la consapevolezza dela realtà della vita e della morte,
      della naturale precarietà dell'esistenza
      e della totale estraneità dell'altro
      genera angoscia.

      Angoscia da consapevolezza delle possibilità.

      Di solito la superano col delirio
      del pensiero dualistico
      della tradizione platonico - giudaico - cristiana
      o con qualche bella filosofia sistematica tipo Hegel.

      Tutti deliri e cazzate naturalmente
      ma danno l'illusione di controllare.

      Ma che voi controlla' Garbo ?
      Sei un fenomeno naturale, una parte della natura.

      Una canna, se pur pensante, ma sempre 'na canna, pascalianamente parlando

      Lascia che sia..

      https://www.youtube.com/watch?v=cKolD582AVI

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    2. Un consiglio..
      Fai come faccio io.
      Fai esprimnere tutti.
      Qualunque cosa dicono..
      Non c'è una Verità
      Quindi qualunque cosa si dica
      è la stessa cosa.

      P.S.
      Ma quando parli di me
      di chi parli in realtà ?

      Ti assicuro che di tutto quel che dici di me
      POSSESSO DELLA VERITA' ? Ma chi io ?
      GENIO INCOMPRESO ? Ma chi io ?
      VITTIMISMO ? Ma chi io ?
      nun ce ne sta una giusta.

      Garbo tu parli di te stesso.
      Garbo tu proietti te stesso in me.
      Un classico..

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  8. Caro Garbo, finalmente il cannocchiale ha ripreso "a trasmettere" Ho letto come hai consigliato tutte e tre i post Immagini magnifiche ! Ma ricordare tutti i tuoi riferimenti, citazioni dotte... per poterne trarre qualche cosa che resti, mi è impossibile, voglio solo dirti che a me non è mai venuto in mente di uccidere con una scure, a volte avrei voluto uccidere con uno sguardo: più pulito e più comodo Ciao
    Specchio

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